Le monete, il bastone, il portachiavi, la pronta serratura, i tardi appunti che non potranno leggere i miei scarsi giorni. Le carte da gioco e gli scacchi. Un libro e tra le pagine è appassita la viola, monumento di una sera di certo inobliabile e obliata. Il rosso specchio a occidente in cui arde, illusoria, un'aurora.
Quante cose: atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi, ci servono come taciti schiavi senza sguardo, stranamente segrete.
Dureranno più in là del nostro oblio, non sapranno mai che ce ne siamo andati.
-Jorge Luis Borges-